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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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De Natura Deorum, I, 25
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originale
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[25] Atque haec quidem vestra, Lucili; qualia vero * est, ab ultimo repetam superiorum. Thales enim Milesius, qui primus de talibus rebus quaesivit, aquam dixit esse initium rerum, deum autem eam mentem, quae ex aqua cuncta fingeret: si dei possunt esse sine sensu; et mentem cur aquae adiunxit, si ipsa mens constare potest vacans corpore? Anaximandri autem opinio est nativos esse deos longis intervallis orientis occidentisque, eosque innumerabilis esse mundos. Sed nos deum nisi sempiternum intellegere qui possumus?
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traduzione
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25. Queste le vostre dottrine, mio caro Lucilio. Per il resto mi riferir? al pi? antico dei vostri predecessori. Talete
di Mileto che fu il primo ad affrontare siffatti problemi, afferm? che l'acqua ? il principio di tutte le cose, ma che fu una
mente divina a generare tutti gli esseri dall'acqua. Ci? dicendo egli ammette implicitamente che gli d?i possano esistere
indipendentemente da ogni attivit? sensitiva. Ma per qual motivo allora dot? l'acqua di un principio intelligente, dal
momento che tale principio poteva sussistere senza materia? Di Anass?mandro ? l'opinione secondo cui gli d?i
avrebbero una loro origine, nascerebbero e perirebbero nel corso di periodi lunghissimi e andrebbero identificati con gli
innumerevoli mondi esistenti. Ma come possiamo noi immaginare un dio se non eterno?
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